“La questione immigratoria è un tema particolarmente delicato da affrontare con serietà e dialogo con tutte le parti coinvolte. Serietà e dialogo che sono purtroppo mancati finora. Talmente assorbita dalla strumentalizzazione politica, l’immigrazione è divenuta in questi mesi il nemico da combattere, non sapendo affrontare le altre questioni calde e i tantissimi problemi del Paese. L’immigrato rappresentato come il deus ex machina dei mali italiani, perché il più immediato e il più semplice da identificare, con buona pace delle reali emergenze nazionali. Ma la strumentalizzazione, si sa, prima o poi rivela la sua vacuità. Soprattutto quando strumentalizzazione e propaganda diventano un decreto legge che, in più punti, lede la dignità dell’individuo e distingue i cittadini in persone di serie A e B. E’ su questo che vorremmo richiamare l’attenzione della sindaca Raggi. Bene ha fatto l’aula Giulio Cesare ad approvare una mozione lo scorso mese in cui si chiede confronto e di mitigare gli effetti della nuova legge. Ma agli atti burocratici e amministrativi devono seguire i fatti”. Così il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica.

“Le leggi vanno rispettate, è vero – prosegue Civica – Ma nessuna legge può violare la dignità umana. D’altronde è stato lo stesso ministro Salvini nel 2016 a invitare ogni amministratore locale “a seguire la sua coscienza e se ritiene sbagliata questa legge non applicarla”, in merito al ddl Cirinnà sulle unioni civili. Dare seguito a questo invito, non può a distanza di due anni portare ad invocare dimissioni collettive. Esiste il dialogo che purtroppo non è stato utilizzato né nella stesura del decreto immigrazione, né nelle altre scelte di questo Governo. Si cominciasse a farne uso, come d’altronde ha sollecitato anche il presidente Mattarella. Democrazia significa considerare anche opinioni diverse e legiferare tenendone conto per un bene superiore: il Paese e i cittadini che vi abitano. Tutti. Qualunque sia la nazione o l’etnia di provenienza”.