Antonio D’Agostino aveva soli 23 anni quando fu ucciso dalla mafia. Colpevole di aver involontariamente assistito a un omicidio. Era un testimone scomodo quindi. Una persona di cui disfarsi. Una delle 1023 vittime innocenti che oggi nella XXV giornata della memoria promossa da Libera la Uil del Lazio vuole ricordare, aderendo così all’iniziativa virtuale promossa dall’associazione di don Luigi Ciotti.  “Anche quest’anno, nonostante le giuste limitazioni imposte dall’emergenza che stiamo vivendo, la Uil del Lazio conferma la propria presenza a fianco di Libera contro tutte le mafie che negli anni hanno sterminato persone innocenti colpevoli solo di aver svolto il proprio dovere – afferma il segretario generale della Uil regionale, Alberto Civica – vogliamo ricordare, attraverso un’adesione che quest’anno è solo simbolica e virtuale, i cittadini, i sindacalisti, i magistrati, i giornalisti, gli appartenenti alle forze dell’ordine, i sacerdoti, gli imprenditori, gli esponenti politici e gli amministratori locali morti per mano della mafia, perché il loro nome non sia dimenticato e perché la loro vita possa rappresentare un monito per tutta la società civile affinché il contrasto alle mafie divenga una costante della nostra comune quotidianità”.