AnzianiSempre più nonni e meno nipoti. Oltre 1,3 milioni di over sessantaquattrenni e un calo della natalità che addirittura in 19 paesi nel 2021 ha raggiunto lo zero assoluto. Questa la fotografia della nostra regione scattata dalla Uil Lazio e dall’Eures in un dossier sulla situazione demografica regionale. Anziani sempre più soli, più numerosi, meno tutelati e nella metà dei casi con una pensione inferiore ai mille euro al mese. Specchio di una regione che sta invecchiando sempre più rapidamente e che ha visto passare l’età media da 42 anni nel 2003 a 46 nel 2022. Il 22,9% della popolazione infatti ha più di 64 anni e di questi oltre 200 mila (pari al 3,6% della popolazione) sono “grandi anziani” (residenti di 85+ anni), che risultano più che raddoppiati negli ultimi 20 anni (erano 91 mila nel 2003, mentre gli over64 sono aumentati del 38,4%).

Decisamente più modesta la crescita della restante popolazione (+5,1% tra il 2003 e oggi) sia per la progressiva riduzione dei flussi migratori (per la prima volta in flessione, nell’ultimo biennio, complice anche il Covid) sia per il calo della natalità.

“Una situazione che impone serie riflessioni a livello sociale – commenta il segretario della Uil Lazio, Alberto Civica – il mancato ricambio generazionale è frutto anche di politiche poco attente ai giovani e alle famiglie, alla mancanza di lavoro che spinge i nostri ragazzi a costruire il proprio futuro all’estero, a un welfare di prossimità tanto inneggiato e poco praticato. Un welfare che è sì utile quando si tratta di elogiare i nonni baby sitter, ma che spesso dimentica la flessibilità lavorativa per le neomamme, gli asili nido aziendali, oasi nel deserto di casi eccezionali e dimentica i propri anziani che da inneggiato pilastro sociale diventano facilmente un peso. Basti pensare alla stessa transizione digitale, non certo a misura di anziani che, non a caso, spesso, affollano gli uffici pubblici, le banche, gli uffici postali, alla ricerca di codici, password e spiegazioni più comprensibili”.

Con 48 anni di media, è Rieti la provincia più anziana del Lazio. Seguono Viterbo con un’età media della popolazione pari a 47,3 anni, Frosinone (46,5), Roma (45,8 anni) e Latina (45,2 anni). A livello comunale Marcetelli è il paese dei nonni, con un’età media che sfiora i 60 anni mentre Fiano Romano (con un’età media di 42,1 anni), e San Cesareo (42,3 anni) sono i due più giovani. Paesi sempre più anziani significano anche maggiori rischi. Non è un caso infatti che gli over 64 siano più facilmente vittime di criminalità, in modo particolare truffe, frodi (+105% tra gli anziani negli ultimi dieci anni) e delitti informatici (+588%). Inoltre, gli anziani rappresentano un terzo delle vittime degli omicidi colposi (34,8%), dei furti con strappo (34,1%) e degli omicidi volontari (33,3%, nella maggior parte dei casi vittime della violenza e del disagio familiare). Problemi cui si aggiunge, sotto il profilo sanitario, una maggiore vulnerabilità tanto che il 61,7% di loro presenta almeno una malattia cronica e il 49,3% soffre di multimorbilità. Nel 2021 i ricoverati over 64 sono stati circa 193 mila, pari ad oltre il 50% del totale dei ricoverati nell’anno e al 14,7%  della popolazione anziana.

“Contrariamente a quanto si pensa, gli anziani non si ammalano più spesso dei giovani – afferma Civica – ma si ammalano più gravemente e presentano più patologie. Ciò comporta un ricorso maggiore alla sanità e più accessi negli ospedali. Cosa non sempre immediata soprattutto in alcune province, come ad esempio Rieti, e soprattutto argomento che ci riporta alla centralità della sanità pubblica, bistrattata e depotenziata negli anni. La pandemia purtroppo è stata una triste conferma”. Ad aggravare il problema, la solitudine: sono infatti 384 mila gli anziani che vivono in nuclei monocomponenti (273 mila donne e 112 mila uomini), registrando una crescita nell’ultimo quinquennio dell’11% (+38 mila unità rispetto al 2015). Di questi, almeno un terzo si trova in una condizione di serie difficoltà economiche e di vulnerabilità sociale. Si stima infatti che ben 162 mila anziani vivano sotto la soglia di povertà e un pensionato su due percepisce meno di mille euro al mese.

Sono 1,1 milioni gli assegni pensionistici erogati agli anziani nel Lazio nel 2021, che rappresentano l’8,5% del totale nazionale, pari a 12,84 milioni di unità. L’85,1% delle pensioni erogate agli anziani nel Lazio è rappresentato da assegni di vecchiaia (927 mila), mentre le pensioni di inabilità/invalidità rappresentano il 5,8% (63.456) e quelle sociali, il 9,1% del totale delle prestazioni (98.665). Il 41% degli assegni pensionistici (di vecchiaia e sociale) erogati nel Lazio non raggiunge i mille euro mensili, assorbendo il 13,8% della spesa previdenziale complessiva (222 milioni di euro su un totale di 1,6 miliardi). In valori netti, considerando una ipotesi “minima” impositiva del 20% sugli assegni pensionistici, la percentuale complessiva di prestazioni di importo netto inferiore a 1.000 euro raggiungerebbe addirittura la metà di quelli totali. Di contro, il 3,5% degli anziani, i cosiddetti “pensionati d’oro”, percepisce pensioni pari o superiori a 5 mila euro al mese.