“Latina-Roma due a zero. Almeno per quanto riguarda la gestione dei buoni spesa”. Così il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica, sintetizza le procedure di distribuzione dei buoni per i meno abbienti. “Nella Capitale non si capisce ancora quale sia la società a cui il Comune ha affidato la gestione dei ticket, in che modo e soprattutto quali siano le commissioni applicate. Leggiamo di un 12% sull’incasso del commerciante più un 1,5% per il pagamento a quindici giorni. Cifre elevatissime e improponibili, tanto che gli stessi negozianti sono scettici sulla loro acquisizione. Inoltre, il Campidoglio ha optato per l’invio telematico dei dati di chi ne fa richiesta. Ma non tutti, soprattutto gli anziani, sono in grado di effettuare tale procedura e, nonostante le rassicurazioni della sindaca, secondo quanto riferito da alcuni municipi, per molti diventa arduo chiedere aiuto o far compilare la domanda a un caf o un centro preposto. Risultato? Una discriminazione tra discriminati”.
Nel capoluogo pontino, invece, la situazione è molto differente: i buoni sono stati distribuiti con una procedura chiara e molto più snella che prevede l’accredito dell’importo sulla tessera sanitaria. “Una prima tornata di cittadini – specifica Civica – ha già ricevuto un sms che li informava dell’avvenuto accredito e altri lo stanno ricevendo proprio in queste ore. Un modo chiaro ed efficace per aiutare davvero chi ha bisogno”. Anche la commissione applicata è completamente distante dal tasso romano: 3,5% a carico dei commercianti e pagamento a trenta giorni anziché a sessanta, come normalmente avviene per i buoni pasto.
“La tanto acclamata trasparenza della sindaca Raggi si scontra con l’opacità quotidiana, anche in tempo di coronavirus – conclude Civica – in questo mese di emergenza, come sindacato, stiamo dialogando con il Governo, la Protezione civile, la Regione, le associazioni datoriali, i singoli assessorati. Campidoglio non pervenuto. Eppure le situazioni di criticità nella Capitale non mancano e avrebbero bisogno di un monitoraggio costante e puntuale. Basti pensare ai tanti anziani soli della nostra città, ai cittadini con particolari fragilità, ai tanti lavoratori in difficoltà. Il Campidoglio ha un piano per l’emergenza? Se si, di cosa si tratta? Sarebbe possibile condividerlo con le parti sociali che, forse, in questo momento più che mai hanno una visione ampia di ciò che accade?”.