Giornata memoria“Memoria significa conoscenza, storia. Da tramandare sempre e comunque. Questa giornata volge al termine e non vorremmo che con essa certe tematiche cadessero nell’oblio. Sono trascorsi 75 anni dalla liberazione del campo di Auschwitz. Settantacinque anni da quel giorno che ha segnato la fine di un incubo e l’inizio della conoscenza. Conoscenza di ciò che realmente era accaduto nel silenzio e nell’omertà di molti che per paura, per ignoranza non avevano visto o avevano finto di non vedere quanto stava avvenendo intorno a loro. Ma conoscenza significa anche consapevolezza di ciò che è stato, di ciò che non dovrà mai più essere. Eppure negli ultimissimi anni ci ritroviamo a dover ribadire concetti che avevamo dato per scontati, che dovrebbero essere scontati in qualsiasi società civile. Ci ritroviamo ancora a dover combattere contro antisemitismo e razzismo diffusi più di quanto si voglia far credere. Da manifestazioni plateali come aggressioni verbali o fisiche nei confronti dei più deboli a vetrine e portoni imbrattati da scritte oscene, a episodi meno visibili che si annidano nel quotidiano allontanamento di chi è diverso da noi. ‘Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario’ scriveva Primo Levi. Conoscere per debellare, per isolare, ghettizzare chi si erge a paladino di una presunta superiorità razziale o nazionalista e per considerare la diversità quella ricchezza che davvero rappresenta”.