Oltre 1,2 milioni di minori vive in povertà assoluta, senza i cosiddetti beni di prima necessità. Un numero che, stando ai dati di Save the Children, è triplicato negli ultimi dieci anni ed è strettamente legato alla crisi del nostro Paese. Alla povertà economica infatti si associa nella maggior parte dei casi una povertà educativa: un giovane su sette abbandona precocemente gli studi, solo il 50% dei ragazzi italiani ha partecipato nell’ultimo anno a spettacoli presso cinema o teatri, un minore su due non legge alcun libro oltre quelli scolastici e meno di un quinto ha frequentato l’asilo nido. “Dati drammatici che dovrebbero porre la questione infanzia e giovani al centro delle politiche di Governo a tutti i livelli – commenta il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica – e invece il nostro Paese continua a non avere un Piano strategico per l’infanzia e l’adolescenza, alimentando così forti squilibri sociali e culturali. L’educazione infatti viene delegata esclusivamente alle scuole che paradossalmente versano in condizioni precarie e di insicurezza”.
Solo il 3,5% del Pil infatti viene destinato a istruzione e università, ovvero un punto e mezzo in meno rispetto alla media dei Paesi europei. Ciò produce scuole insicure dal punto di vista strutturale ma anche precarie didatticamente, vista la carenza di insegnanti di sostegno, di un’adeguata strumentazione di supporto e la frequenza scolastica sempre più irregolare.A ciò si aggiungono problematiche gravi ma troppo sottovalutate, come la violenza assistita. Si calcola che negli ultimi cinque anni circa 500 mila minori hanno assistito a situazioni di violenza domestica ai danni delle loro mamme. Sono infatti più di 1,4 milioni le mamme vittime di violenza domestica in Italia e più di una donna su 10 tra quelle che hanno subito una qualche forma di violenza, ha temuto per la propria vita o per quella dei figli che, in quasi la metà dei casi, hanno assistito direttamente ai maltrattamenti.
“Situazioni che provocano purtroppo traumi gravissimi nello sviluppo di un ragazzo – continua Civica – eppure sembrano anche queste sottovalutate. Basti pensare alla sempre più frequente applicazione della Pas nei Tribunali per i Minorenni dove spesso un bambino viene tolto alla madre o a entrambi i genitori perché considerato vittima di manipolazione. Nella maggior parte dei casi, quei minori sono figli di donne maltrattate. Così i ragazzi anziché godere di una maggiore tutela diventano essi stessi vittime e, in qualche caso, merce di scambio, come hanno evidenziato alcuni recenti avvenimenti di cronaca. E nello sfacelo totale provocato da un sistema allo sbando, ci stupiamo se gli stessi minori si rifugiano nel mondo virtuale, sui social e si perdono nella rete dove altri pericoli si aggiungono ai pericoli”. Non è un caso che il 66% dei giovani sia dipendente da smartphone e tablet, il 52% mostri comportamenti aggressivi e la droga sia divenuto nuovamente un fenomeno in crescita tra i ragazzi (56%).