Ambulanze bloccate e pazienti a terra. È quanto si verifica quotidianamente nella Capitale d’italia e nella sua provincia. Ed è anche la storia di Sergio (il nome è di fantasia) che ieri pomeriggio ha accusato un malore mentre attendeva presso il patronato Uil di via Cavour. Sergio è svenuto in preda a forti dolori e gli operatori del centro servizi l’hanno immediatamente soccorso chiamando il 118. Ma dopo mezz’ora ancora nessuna risposta. Nemmeno dopo il sollecito delle forze dell’ordine che si trovavano in zona. Tanto che un responsabile del patronato è stato costretto ad abbandonare il posto di lavoro per accompagnare con i propri mezzi l’utente al pronto soccorso del vicino ospedale San Giovanni. E lì trova, con grande sorpresa, 10 ambulanze ferme. “Sono bloccate”, la risposta degli operatori Ares. Si scopre infatti che i mezzi di soccorso dopo il trasporto di un paziente sono costretti ad attendere presso l’ospedale finché lo stesso non è stato visitato.
“Situazione assurda e incomprensibile – commentano i segretari generali della Uil Lazio e della Uil Fpl Lazio, Alberto Civica (che ieri ha assistito alla disavventura del cittadino) e Sandro Bernardini – com’è possibile che decine di ambulanze sostino senza pazienti presso i pronto soccorso mentre altri attendono di essere trasportati? Come si può così garantire la tempestività necessaria? In periodo di pandemia poi il tutto appare ancora più illogico. Inoltre- aggiungono i segretari – ciò comporta spesso spostamenti più distanti magari da nosocomi non proprio di zona con conseguenze che a volte potrebbero divenire drammatiche”.
Anche stamattina, stando ai dati in possesso della Uil, su 130 mezzi di soccorso disponibili, trenta sono attualmente bloccati: 27 su Roma e tre in provincia. Di questi dieci sono presso l’ospedale di Torvergata, nove al Sant’Andrea, tre al policlinico Gemelli, due al Vannini. “E la situazione- concludono i sindacalisti – non è nuova. Sono anni – denunciano – che si va avanti così, prima per motivi economici, adesso ci riferiscono per problemi di spazi. Ma – domandano i due segretari, rivolgendosi all’assessore regione alla Sanità e al presidente Zingaretti – se e come pensano che questo protocollo possa garantire i diritti degli assistiti e la pubblica emergenza? Qual è il fine tra l’altro di queste lunghe soste?”.