Diminuiscono i reati totali, aumentano quelli di genere. Maltrattamenti in famiglia in primis. Questo quanto emerge dal report della Uil del Lazio e dell’istituto di ricerca Eures sulla base dei dati del ministero dell’Interno relativi al 2019. Le denunce maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e atti persecutori (stalking) commessi nel Lazio nel 2019 sono state ben 4.486 (41.799 il dato nazionale), con una percentuale di vittime femminili che sfiora l’81% del totale. Nello specifico si tratta 2.248 casi di maltrattamenti in famiglia (20.850 in Italia), 1.722 denunce per stalking (16.065 su scala nazionale) e 516 denunce per violenza sessuale (4.884 in Italia).
“Questo considerando soltanto i reati denunciati, cui va aggiunta l’alta percentuale di vittime silenti – commenta il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica – vittime silenziose che sicuramente durante i mesi del lockdown sono ulteriormente aumentate come testimoniano psicologi e terapeuti che si occupano del settore. La convivenza coatta e prolungata non aiuta e non ha aiutato certo chi convive con un partner violento, ne’ facilità la denuncia. Anche perché alla convivenza forzata che ha caratterizzato le fasi più critiche dell’epidemia si è spesso aggiunta una preoccupante instabilità socio-economica che ha provocato ulteriore frustrazione e crescente aggressività, favorendo purtroppo episodi di conflittualità e violenza”.
Non è un caso infatti che la quasi totalità delle violenze e oltre il 66% dei femminicidi sia avvenuto in famiglia. Reati che già lo scorso anno segnavano un +12,9% rispetto al 2018, dopo una crescita già sostenuta nell’anno precedente (+10% tra il 2017 e il 2018), mentre il totale dei reati denunciati registra una flessione del -2,8% tra il 2018 e il 2019 e del -2,3% nell’anno precedente. In termini assoluti, l’aumento dei tre reati di genere considerati risulta pari a +512 unità, passando da 3.974 a 4.486, pari a 12,3 reati di genere ogni giorno (uno ogni 117 minuti): si tratta di una costante accelerazione del fenomeno, considerando che nel 2018 si contava no in media 10,9 reati di genere al giorno mentre nel 2017 il dato era pari a 9,9. Considerando l’intero periodo2017-2019, l’aumento dei reati di genere nel Lazio raggiunge il +24,1%, con una crescita di ben 882 reati denunciati in termini assoluti (2,4 al giorno in più). Tale dinamica si osserva purtroppo anche su scala nazionale, con i reati “di genere” che crescono del 7,8% tra il 2017 e il 2018 e del 12,3% nel periodo successivo, a fronte di variazioni del -2,4% e del -2,9% per il totale dei reati. È il reato di maltrattamenti in famiglia a registrare l’aumento più consistente, con un valore pari a +19,6% tra il 2018 e il 2019 (+368 unità in valori assoluti) dopo il già forte incremento del 2018 (+14,1% sul 2017), con valori peraltro leggermente superiori a quanto rilevato a livello nazionale (rispettivamente +19,5% e +11,7%). Nell’intero periodo 2017-2019 l’aumento dei reati di maltrattamenti in famiglia raggiunge il 36,4%, con un aumento di 600 denunce in termini assoluti.
In forte crescita anche le denunce per il reato di stalking, con un incremento del 10,3%. Diversa invece la dinamica delle denunce del reato di violenza sessuale, che sebbene veda coinvolte ragazze sempre più giovani, negli ultimi tre anni rimane sostanzialmente stabile, con un incremento del 3,7% tra il 2017 e il 2018 e una diminuzione del 3,2% nel periodo successivo. Ed è l’area metropolitana di Roma a registrare il maggior numero di denunce, ovvero oltre l’80% dei “casi” regionali (con 417 denunce nel 2019). Significativa appare la variabile anagrafica: nel 2019 il 25,1% delle vittime di violenza sessuale risulta minorenne (1.111 in valori assoluti), con una leggera flessione rispetto all’anno precedente (-1,9% sul 2018); nello stesso periodo sono invece 2.101 i minori vittime di maltrattamenti in famiglia (il 10% del totale), spesso insieme alle proprie madri, mentre decisamente più contenuta (3,8%) risulta la percentuale degli under18 tra le vittime di stalking. Sono infine 9 i femminicidi commessi nel Lazio nei primi 10 mesi del 2020 (il 10% dei 91 complessivamente censiti in Italia). “Situazioni drammatiche che purtroppo tendono a radicalizzarsi e a peggiorare – commenta Civica – ben vengano giornate come questa del 25 novembre e manifestazioni varie contro la violenza di genere, ma non bastano. Rischiano di rappresentare degli unicum in cui ognuno fa la sua parte senza riuscire però a sradicare il problema. Non è semplice, è vero. Spesso bisognerebbe sovvertire una mentalità imperante, ma bisogna intervenire con i fatti. I fatti sono un linguaggio anche giornalistico più appropriato, dove le espressioni raptus o era una brava persona riferita all’assassino siano bandite, i fatti dovrebbero essere sostenere una donna vittima di revenge porn e non certo licenziarla, i fatti sono favorire l’occupazione femminile che, invece, continua a calare in maniera preoccupante”.
Facendo riferimento al mercato del lavoro, nel secondo trimestre del 2020 il tasso di occupazione nel Lazio raggiunge il 59,9% (dati Istat), mostrando un calo di quasi 2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati di genere mostrano come il calo dell’occupazione femminile (-2,8 punti percentuali; dal 54,4% al 51,6%) risulti decisamente più marcato di quello maschile (-1 punti; dal 69,4% al 68,4%). Al contempo, si segnala un decremento della disoccupazione (7,7%; -2,2 punti rispetto al II trimestre 2019), ascrivibile a una preoccupante crescita dell’inattività e all’effetto “scoraggiamento” derivante dal lockdown e dalle chiusure imposte dall’emergenza sanitaria in corso, che ha indotto ad abbandonare la ricerca di un nuovo impiego. Il tasso di inattività raggiunge infatti il record storico del 37,6%, con un incremento di 2,6 punti sul II trimestre del 2019. Anche l’effetto “scoraggiamento” coinvolge le donne più degli uomini: tra le prime l’indice arriva infatti al 47% (+3,8 punti sullo stesso periodo del 2019), mentre tra gli uomini raggiunge il 28% (+3,2 punti).