“Regolarizzare tutti i lavoratori irregolari è l’unico modo per evitare che mafie e delinquenze continuino a sguazzare tra gli invisibili e quindi per limitare fortemente il dilagare del nero e tutelare realmente i diritti di ciascuno. Prima come esseri umani e poi come lavoratori. Basti pensare ai tantissimi braccianti che, anche in questo periodo di emergenza, hanno continuato non solo a lavorare, assicurando la produzione, ma a farlo in completa insicurezza, spesso proprio perché in nero e quindi invisibili anche alle norme e ai dispositivi. Alcuni di loro hanno visto peggiorare la propria condizione che è diventata sempre più sinonimo di omertà e sfruttamento. Qualcun’altro ha perso il lavoro e non ha potuto nemmeno accedere ai bonus. Dov’è l’interesse nel voler mantenere la loro irregolarità? Sicuramente è interesse dei caporali, degli evasori, della mafia, non certo di uno stato di diritto che si considera tale. E chi accusa le ONG di lucrare sulle disgrazie dei più deboli, dovrebbe fare un giro per le campagne pontine e valutare se agli italiani, quelli onesti almeno, convenga davvero mantenere tutto inalterato o se sia più proficuo per tutti regolarizzare chi in Italia lavora, magari da anni, rimanendo nell’ombra. Ricordando, come diceva qualcuno, che è proprio nel chiaroscuro che nascono i mostri”. Così il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica