
“Era l’ottobre del 2014 quando ci opponemmo alla chiusura dell’ospedale Forlanini che sarebbe avvenuta dopo circa due mesi. Erano stati da poco acquistati macchinari e apparecchiature nuovissimi per la medicina nucleare che sarebbero andati persi, così come il prezioso archivio del museo di anatomia del nosocomio. Le nostre proteste, e quelle dei comitati di quartiere, rimasero inascoltate e una delle eccellenze della città chiusa per far posto, si diceva, a una caserma o alla città della pubblica amministrazione o ad altri progetti annunciati e mai concretizzati. In poco più di un anno, del Forlanini rimanevano macerie e degrado tanto che, successivamente, venne trovata morta all’interno anche una ragazza di 16 anni. La Uil del Lazio, sostenuta dal segretario generale del sindacato, Barbagallo, è tornata in piazza con una fiaccolata proprio negli spazi antistanti il vecchio ospedale. Chiedevamo almeno una riqualificazione e una precisa destinazione d’uso a beneficio della città. Proponemmo in più di un’occasione di adibire quegli spazi a centri antiviolenza, viste le chiusure che in quel momento erano state effettuate sul territorio. Anche in quel caso però nessuna risposta ufficiale. La vicenda del Forlanini è tornata in auge nelle scorse settimane per via della carenza di posti letto e di ciò che quei locali, limitrofi all’ospedale Spallanzani, avrebbero potuto significare in questo periodo di emergenza. Non vogliamo cavalcare l’onda delle polemiche, soprattutto in questa fase, e non abbiamo le competenze per capire se effettivamente fosse possibile una ristrutturazione in tempi brevi, ma vorremmo che sulla vicenda Forlanini si potesse trattare seriamente con la Regione. Sarebbe opportuno convocare un tavolo per valutare come riqualificare l’intera area nell’ambito di una progettualità sanitaria di cui il territorio e la città tutta hanno fortemente bisogno. E non saremmo dovuti arrivare all’emergenza perché le istituzioni se ne rendessero conto”. Così il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica.