“Era passato sotto silenzio lo scorso agosto il disegno di legge Pillon ‘in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialita” che ha avviato adesso il proprio iter parlamentare. Eppure coinvolgera’ migliaia di famiglie e soprattutto migliaia di bambini del nostro Paese. Minori a cui, se diverra’ legge, verrà completamente stravolta la vita. Prevedere infatti due residenze e l’obbligo di soggiornare 15 giorni con mamma e 15 con papa’,
non rappresenta un aiuto alla bigenitorialita’ come riportato nel testo del disegno ma un massacro per il minore, le sue abitudini, la vita quotidiana. Spostare un minore come un pacco postale non lo tutela sicuramente. Tutto questo per evitare l’assegno di mantenimento attualmente versato per i figli. Il mancato assegno impedirà anche il mantenimento del precedente tenore di vita del figlio e creerà ulteriori disparità visto che le donne in genere si ritrovano in una posizione tutt’altro che paritaria con l’ex coniuge”. Lo dice il segretario generale, Alberto Civica e
l’intera segreteria della Uil del Lazio.
“Il testo prosegue con una serie di divieti e obblighi arrivando persino a prevedere il collocamento in una struttura
per il minore in caso di mancato rispetto della bigenitorialità – prosegue la nota- Quindi a farne le spese sara’ ancora una volta il figlio, che sarà sradicato dal suo ambiente se i genitori non troveranno un accordo. Accordi che dovranno essere coadiuvati dalla frequentazione obbligatoria di un mediatore famigliare a spese delle parti. Ma, come insegnano gli stessi specialisti, la mediazione deve essere volontaria perchè possa avere senso e un probabile risultato. Un obbligo peraltro impensabile ad esempio nei casi di padri-mariti violenti. E proprio sulla violenza, come
gia’ sottolineato dal Coordinamento Pari Opportunità della Uil, il testo così com’è rischia di imprigionare ulteriormente le donne, rendendo più fragili loro stesse e i figli”. “Inoltre- conclude la Uil Lazio- nel disegno di legge si parla di mamma e papà, escludendo quindi le famiglie arcobaleno, in barba ai diritti civili sui quali l’Italia resta fanalino di coda d’Europa, soprattutto per la tutela dei figli delle coppie famiglie rainbow. Chi si è cercato di tutelare dunque? Forse si cerca di rendere piu’ impervia la strada della separazione prima e del divorzio poi, nel nome di una famiglia tradizionale che va tutelata sempre e comunque?”.