Tagli del 30% agli istituti di ricerca, 416 precari senza prospettive, contratto scaduto da sette anni e licenziamenti in corso. Questa la situazione dei ricercatori del Cnr nel Lazio che hanno manifestato in piazzale Aldo Moro e domani 20 maggio sciopereranno insieme con i dipendenti delle Università e delle Afam.

“Una situazione insostenibile quella dei ricercatori del Cnr del Lazio e dell’intero Paese, dove oramai gli ultraprecari, rappresentano quasi la maggioranza dei dipendenti – commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica – Il Governo sta ripetendo che bisogna porre attenzione alla ricerca, noi assistiamo ai licenziamenti dei ricercatori. C’è qualcosa che non quadra. La situazione appare ancora più grave a Roma, non solo perché nella capitale la disoccupazione giovanile sfiora oramai il 45 per cento, ma anche perché nella nostra regione ci sono ben 21 enti di ricerca, 5 università pubbliche (di cui una, La Sapienza, la più grande d’Europa), 8 ministeri”.

“A Roma lavorano oltre 2mila degli 8mila dipendenti del Cnr nazionale. Dei 2000, 1.613 tra ricercatori e tecnici sono assunti a tempo indeterminato e ben 416 a tempo determinato, ovvero precari senza prospettiva. La ricerca – conclude Civica – dovrebbe rappresentare un motore importante, un capitale su cui investire, non certo un problema o un ingombro, su cui effettuare il tagli e licenziamenti”.