Il valore della Memoria è qualcosa che va oltre la forte simbologia di questa giornata. La Memoria si trasmette, si insegna, si tramanda alle nuove generazioni perché non si possa dimenticare ciò che è stato e perché l’ignominia vissuta non si ripeta. Questa almeno è la speranza. Ma ci accorgiamo purtroppo che parole, frasi che credevamo relegate alla Memoria sono tornate a rappresentare la nostra attualità. Parlare di razza, bruciare fantocci su pubbliche piazze, attaccare anche fisicamente chi la pensa in modo diverso sono gesti che evocano periodi bui della nostra storia. Far passare tali gesti come “bravate” indica complicità, non certo tolleranza.

Dare valore alla Memoria significa anche impegnarsi attivamente perché integrazione, solidarietà, reciprocità diventino parole quotidiane del nostro vocabolario e si traducano in azioni concrete di welfare a sostegno soprattutto dei più deboli, in una cultura radicata di tolleranza – a partire dalle scuole – perché si apprenda quanto la diversità sia sinonimo di ricchezza, non di esclusione. Se non per chi teme l’altro in quanto diverso da se’ e pertanto non controllabile. Così il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica.