“Chiusa in un sacco e gettata nell’immondizia come un rifiuto di cui disfarsi. Il macabro e tragico ritrovamento del cadavere di Michelle Maria Causo, la studentessa diciassettenne di Primavalle, sconvolge la comunità civile e riapre ferite mai chiuse purtroppo. Dal femminicidio, alla mancata accettazione della volontà altrui, al mancato rispetto della vita umana in tutte le sue fasce d’età, allo sbandamento totale dei valori e di molti giovani”. Così il segretario generale Alberto Civica e la segreteria della Uil Lazio in una nota.
“L’unico indagato al momento pare essere un coetaneo – prosegue la nota- un ragazzino anche lui che non avrebbe avuto remore nel sopprimere una vita e occultare maldestramente il corpo. Come fosse un videogioco, una partita da vincere, uno scherzo tra amici, una sfida. Un po’ come la challenge che ha causato la morte del piccolo Manuel qualche giorno fa a Casal Palocco. Situazioni e contesti diversissimi che hanno però come protagonisti sempre dei ragazzi. Ragazzi che sembrano confondere i piani della realtà e applicano alla vita i canoni e le sfide del virtuale mostrando un’indifferenza relazionale che fa paura. Che allarma. E che dovrebbe indurre tutti noi a una riflessione seria sulla società che stiamo creando, sui valori che trasmettiamo. Nelle famiglie, nella scuola, nei mancati divieti o nel mancato riconoscimento delle loro individualità così come dei loro problemi. Dell’assenza spesso di comunicazioni e contatti reali, nel lasciar correre bravate o al contrario nel voler medicalizzare eccessivamente alcuni atteggiamenti”.
“Non è certo semplice relazionarsi agli adolescenti, ai giovani – continua la nota – ma i contesti e l’attenzione che dovremmo fornire hanno sicuramente un peso. Il dialogo, il confronto vero e diretto rimangono strumenti basilari. Ma a volte non sufficienti. Ed è qui che l’intera società deve intervenire e non solo nell’emergenza e nelle disgrazie. Acuire le pena per i femminicidi e far scattare immediatamente la protezione della donna in caso di minacce è fondamentale, tanto quanto però un’azione educativa e preventiva a livello scolastico e sociale. Attraverso il coinvolgimento dei giovani sin da piccoli in programmi specifici, attraverso un controllo alla fonte delle nuove realtà tecnogiche e artificiali con cui dobbiamo obbligatoriamente confrontarci. Non certo negarle, sarebbe anacronistico, ma saper dire no quando ci accorgiamo che gli interessi economici superano quelli sociali o individuali”.