E’ di 23.614 euro il reddito medio dei cittadini del Lazio con una crescita di appena lo 0,3% rispetto all’anno precedente. Un reddito che colloca la nostra regione al quarto posto in Italia, preceduta da Lombardia (25.762 euro), Emilia Romagna (23.951 euro) e Trentino (23.734). Questo quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi 2020 presentate da 3,8 milioni di cittadini, per un importo complessivo di quasi 90 miliardi di euro, di cui il 26,7% destinato allo Stato in termini di prelievo Irpef (18 miliardi di euro, con una media di 6.300 euro per contribuente). Come prevedibile, è la Capitale la città in cui si concentrano i redditi più alti, seguita a distanza dai comuni più grandi della regione. Ed è anche la città che ritiene ben l’80% dei redditi regionali. Al suo interno però non mancano le differenze: tra i vari quartieri infatti si raggiungono scarti anche di 50 mila euro se si considera ad esempio il reddito medio di un cittadino dei Parioli e quello di un abitante della Borghesiana. A comparare i dati dei modelli 770, Unico e 730 raccolti dal Mef è uno studio della UIL del Lazio e dell’istituto di ricerca Eures.

Dal report emerge che nella nostra regione oltre 1,15 milioni di contribuenti (il 30,2% del totale) si colloca nella fascia a rischio povertà (cioè con redditi annui inferiori a 10.000 euro), mentre altri 470 mila (il 12,5% del totale) dichiara compensi compresi tra 10 e 15 mila euro; le due ampie fasce del “reddito medio” (cioè “da 15 e 26 mila euro” e  “da 26 e i 55 mila euro”) raccolgono insieme quasi 2 milioni di contribuenti, mentre il 6,5% supera i 55 mila euro: tra questi, sono 115 mila a dichiarare con reddito compreso tra 55 e 75 mila euro (3% del totale), mentre sono 135 mila a superare i 75 mila euro (3,5% del totale; era pari al 2,8% nel 2010), detenendo il 10,6% del totale dei redditi dichiarati (era del 9,7% nel 2010).

“Si allarga quindi la forbice tra ricchi e poveri – commenta il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica – da un lato abbiamo un terzo della popolazione regionale che sopravvive con 10 mila euro, dall’altro circa il 3% dei nostri concittadini detiene l’11% dei redditi della regione. Una disparità che il covid probabilmente ha acuito. Basti pensare ad esempio ai tanti cassaintegrati dello scorso anno trasformati spesso adesso in licenziamenti tout court. Licenziamenti che andranno ad influire ulteriormente sul divario economico e sociale e causeranno altra disparità e altra povertà”.

E’ la città metropolitana di Roma a detenere il primato regionale anche in termini medi, con un reddito annuo di 25.412 euro, a fronte di valori molto inferiori nelle altre province, dove si passa dai 19 mila euro di Rieti ai 18 mila di Frosinone.  Allo stesso modo tutti i comuni più ricchi del Lazio si collocano nell’area metropolitana di Roma, con il valore più alto a Grottaferrata (28.505 euro), che precede la Capitale (27.805) ed i comuni di Formello (27.426 euro), Monte Porzio Catone (26.356 euro) e Sacrofano (25.923 euro).

Ed è sempre il comune di Roma a mostrare inoltre la più alta quota di residenti ad alto reddito, con il 5,4% del totale dei dichiaranti con oltre 75 mila euro annui (erano il 4,4% nel 2010) e l’1,9% che si colloca su valori addirittura superiori a 120 mila euro annui. Ma la Capitale è anche la città in cui oltre il 40% dei residenti ha un reddito compreso tra zero e 15 mila euro (il 29% sotto i 10 mila) acuendo così un divario già fortemente marcato.

Divario tangibile anche nel confronto tra i vari quartieri: i redditi medi più elevati si rilevano nei Municipi I e II, con valori pari a 68.264 euro del quartiere Parioli, a 57.901 euro nel Centro Storico, a 57.541 euro nel quartiere Pinciano-Trieste e a 55.484 euro nel rione Prati-Borgo, che superano di oltre tre volte quelli rilevati nei quartieri più poveri; chiudono invece la graduatoria il quartiere Torri e il rione Borghesiana-Castel Verde-Ponte di Nona, con un reddito pari rispettivamente a 18.644 e 18.683 euro per dichiarante.

Se complessivamente a Roma il 5,4% dei contribuenti dichiara un reddito superiore a 75 mila euro, tale valore raggiunge il 24,3% nel quartiere Parioli, dove 14 mila residenti dichiarano in media circa 200 mila euro annui. Valori di poco inferiori si riscontrano nei quartieri Quirinale, Pinciano, Centro Storico e Prati. Sul fronte opposto, nel quartiere Borghesiana-Castelverde-Ponte di Nona a dichiarare un reddito superiore a 75 mila euro annui è appena lo 0,8% del totale.

Squilibri che non riguardano soltanto la Capitale, ma anche Milano dove i redditi medi dei residenti del quartiere Brera-Castello (100.489 euro) superano addirittura di cinque volte quelli del rione popolare di Quarto Oggiaro (18.926 euro). Scarto meno marcato invece a Napoli dove si passa dai 47.316 euro del quartiere Chiaia ai 13.462 euro del quartiere San Lorenzo.

“Situazioni che – conclude Civica – sommate ai 234 mila disoccupati, ai 140 mila lavoratori in cassa integrazione e ai 310 mila cittadini con reddito di cittadinanza, ci danno lo spaccato di quanto il problema sociale sia ben lontano dall’essere risolto e anzi, con lo sbocco dei licenziamenti, rischia di degenerare sempre più”. A tal proposito, il segretario regionale della UIL ricorda che è stato indetto per domani, 23 luglio, uno sciopero dei metalmeccanici proprio contro i licenziamenti indiscriminati che soprattutto le grandi aziende stanno attuando.