Oltre 22 mila imprese e 50 mila lavoratori dipendenti. Sono i numeri dell’artigianato nel Lazio, un settore che abbraccia molte più attività di quanto generalmente si consideri. Sono inquadrati come artigiani infatti anche parrucchieri, centri estetici, autoriparatori, sartorie e tessile in genere, pasticcerie e gelaterie. Attività ritenute non fondamentali dal codice Ateco e pertanto attualmente sospese, con inevitabili ripercussioni sulla situazione economica degli addetti ai lavori. Non è un caso infatti che in soli dieci giorni siano state inoltrate nella nostra regione oltre 6.000 domande (145 mila in tutta Italia) per accedere al FSBA, l’ammortizzatore sociale sostitutivo della cassa integrazione nel settore artigianale. Domande che vedono coinvolti oltre 16 mila lavoratori alcuni dei quali, nel Lazio, a differenza di altre regioni, hanno già ricevuto un primo pagamento. L’eblart, ente bilaterale per l’artigianato (costituito da Cgil Cisl Uil, CNA, Confartigianato, Casartigiani, Claai) ha infatti erogato 500 mila euro la scorsa settimana e l’obiettivo è quello di arrivare ad erogare circa 300 mila euro al giorno.

“Dal 2010 – spiega il segretario regionale della Uil, Roberto di Francesco – tutti i contratti di lavoro del settore artigianale prevedono l’iscrizione all’ente bilaterale. Cosa che, purtroppo, poche aziende hanno rispettato, versando in alcuni casi l’equivalente al lavoratore, in altri, più numerosi, fingendo di non conoscere la normativa. Adesso che stiamo in emergenza tutti stanno inoltrando la pratica per l’assegno ordinario che però non può essere erogato senza un’iscrizione a monte. È stato pertanto stipulato un accordo che prevede ugualmente la copertura dell’ammortizzatore sociale purché l’azienda regolarizzi la propria posizione entro 36 mesi, anche perché il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato si regge proprio sui contributi versati dalle aziende per i propri dipendenti”.

Contributi cui si aggiungono oggi 60 milioni a livello nazionale previsti dal decreto Cura Italia a favore proprio dei Fondi bilaterali regionali. “Un finanziamento statale che servirà ad agevolare e velocizzare l’erogazione e che, al tempo stesso, rappresenta un vero e proprio riconoscimento ufficiale per un settore spesso poco considerato e che è stato vituperato o volutamente disconosciuto anche dalle stesse aziende”, commenta Agostino Calcagno, coordinatore regionale artigianato Uil Lazio.

L’assegno ordinario erogato dall’Ente bilaterale prevede, così come la cassa integrazione, una retribuzione pari all’80% dello stipendio che in media si aggira sui 1.200 euro netti mensili, anche se risulta particolarmente variabile a seconda dell’attività lavorativa svolta. Inoltre, nel settore, molti sono i contratti a tempo determinato o part time. Contratti cui spetta ugualmente l’ammortizzatore sociale se l’emergenza Covid 19 si è verificata durante il periodo lavorativo. “Ciò a conferma – concludono Di Francesco e Calcagno – dell’importanza della bilateralità di cui le aziende farebbero bene a ricordarsi non solo nell’imminenza o nel pieno di una crisi”.

Rimangono però una serie di rischi, legati soprattutto al post emergenza. L’Eblart non esclude infatti che qualche azienda, soprattutto di piccole dimensioni, non ce la faccia a ripartire e rimane inoltre il problema dei lavoratori in nero che ovviamente non sono e non potranno essere garantiti in alcun modo.